Odiare in segreto: libri e panini per morti di fame.

Tutti noi abbiamo dei nemici, delle persone che ci odiano, ma ne abbiamo altrettante che ci amano o che almeno ci rispettano. Certo, io forse sono stato ingenuo a pensare che nel mio caso le persone fossero divise in chi mi vuol bene e/o rispetta e in chi non mi considera affatto. Forse perché vedo tante persone che credono di essere odiate/invidiate e che i riflettori siano sempre puntati su di loro. Chissà, forse hanno ragione e io torto. Del resto, io sono uno che si espone, che dice ciò che pensa, giusto o sbagliato che sia, ma è quello che penso: come potevo dunque pensare che non ci fossero persone che mi odiano? Ma questo non importa: nemmeno nella più bella e utopistica società potremmo piacerci e volerci bene tutti. Il problema però, in quanto artista, è un altro: se un artista mi sta antipatico come persona o per le sue idee politiche, io lo critico come persona, non come artista. Certo, è ovvio che in ogni caso, non gli regalerei i miei soldi, ci mancherebbe, ma criticare un artista in quanto tale solo perché si odia la persona è da perfetti idioti e immaturi. Ma non è finita qui, c’è chi si inventa un qualsiasi rango sociale e condizione economica e te la attribuisce pensando di offenderti. Sarà che vesto sempre allo stesso modo e non mi interessa più di tanto spendere soldi per i vestiti, ma di certo non pranzo con un panino, se non nelle rare volte in cui mi trovo fuori casa (e deve essere rigorosamente vegan). Lo dico senza vanto né vergogna: non sono ricco e non mi posso permettere tutto e subito, ma la fame io non l’ho mai patita, grazie soprattutto a una madre che non mi ha fatto mai mancare nulla. Anche se io odio il superfluo: mi basta il necessario. Ma ammesso che un individuo, in questo caso un artista, fosse talmente povero da non poter nemmeno mangiare, forse sarebbe una colpa? Un insulto del genere offende chi REALMENTE è povero al punto da non poter mangiare. Se poi non sei asservito al potere e credi che NULLA possa giustificare l’autoritarismo e le restrizioni di libertà (anche la sospensione della banale democrazia e dei diritti costituzionali), oltre a essere un pessimo scrittore, diventi anche una persona “poco seria”. Saranno seri coloro che ritengono giusto l’autoritarismo, la delazione e che vogliono i militari nelle strade? Saranno seri coloro che credono a qualsiasi fesseria dell’informazione di regime? Ma riflettiamo ancora un attimo, dunque: che senso ha offendere un artista in base al fatto che ti sta antipatico, in base alle sue idee politiche e in base al suo presunto rango sociale? Forse che i poveri non dovrebbero praticare arte? I grandi artisti erano forse tutti simpatici? Erano forse tutti asserviti al potere e ritenevano giuste le leggi in ogni caso? Forse che io dovrei criticare certi scrittori in quanto tali perché si asservirono al fascismo? E per quanto riguarda il successo: quanti artisti, tra quelli che oggi consideriamo dei grandi, ai loro tempi non erano considerati affatto? Non che mi interessi il successo, che è soltanto uno dei tanti diversivi del mondo civilizzato (scrivo perché ne ho voglia, perché sento la necessità di esprimermi, nient’altro), ma bisogna pur rispondere a certe fesserie. Del resto, uno dei motivi principali per cui scrivo è proprio questo. Odiatemi pure perché non sono uno schiavo che difende il padrone, criticatemi pure come artista, dopo aver letto i miei libri e non per pregiudizio, ma lasciate in pace i poveri e non usate certi aggettivi come un insulto. Il mio romanzo “Voler bene in segreto“, infatti, parla anche di loro, di chi, a differenza mia e di tanti altri, non riesce neanche a mangiare. Ma il mio romanzo è soprattutto un libro sui sentimenti, in cui, paradossalmente l’affetto si tiene in segreto e l’odio è espresso sempre in maniera più o meno esplicita. Nella realtà, a quanto pare, è un po’ diverso: c’è chi preferisce odiare in segreto, ma neanche più di tanto, perché i sentimenti, negativi o positivi che siano, non si possono reprimere per sempre.

Domenico J. Esposito

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Voler bene in segreto – Domenico J. Esposito (Eretica Edizioni)

Avete letto “Prigionieri di se stessi”? Se non lo avete fatto, cliccate qui, per leggerlo gratis.

Il romanzo racconta alcune vicende di Efrem Lettieri e dei suoi amici antecedenti alla storia di “Voler bene in segreto”.

Nel frattempo, vi annuncio che è stato pubblicato questo nuovo episodio, edito da Eretica Edizioni. Chi non si trovasse nella mia stessa zona, può ordinarlo in libreria o tramite il sito dell’editore.

Chi ha invece la possibilità d’incontrarmi, mi contatti qui e ci daremo appuntamento

Trama:

Dopo aver perso il lavoro, Efrem Lettieri decide di dedicarsi solo alla musica, insieme alla sua band. Si trova a condividere il palcoscenico con l’altra vocalist del gruppo, nonché sua cara amica, Stella Di Giorno. In balia di ricordi di amori passati non del tutto sopiti, vittima delle circostanze e di fortuiti giochi del destino, Efrem finirà per fronteggiare quelli che da sempre sono stati i suoi più grandi nemici: la solitudine e la malinconia. A complicare la situazione, Efrem incontra l’assistente universitario a causa del quale era stato cacciato dall’università, Crescenzo, che si presenterà a lui come fidanzato della sua amica Stella. Il motivo del malumore tra i due è da far ricadere su una donna, Dorena. Divorato dal tarlo della paranoia, Efrem finirà per convincersi che Crescenzo stia tramando di far soffrire Stella, per arrivare a lui in qualche modo, come una sorta di vendetta per ciò che è successo in passato, ma stavolta la storia avrà un finale diverso. Aiutato dai suoi amici, che gli dimostreranno che in realtà non è mai stato da solo e riscoprendo il valore della compagnia e della fiducia negli esseri umani, riuscirà a trovare la forza per buttarsi una volta per tutte il passato alle spalle e andare finalmente avanti per la sua strada.

Immagine di copertina: Carlo Dowwgy Esposito

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La seconda ondata di terrorismo mediatico. Cervinara popolo di manipolati.

Mi chiedo se sia rimasto qualcuno “sveglio” a Cervinara, o per lo meno in tutta la Valle Caudina, oppure si siano fatti tutti rincoglionire dai media di questo nuovo regime autoritario.

I giovani, magari. I cosiddetti “giovani irresponsabili”: chissà se almeno loro riescono a percepire che c’è qualcosa che non va in tutto questo.

La maggior parte delle persone, qui in paese, invoca un nuovo lockdown generale (ma perché non si chiudono dentro da soli e lasciano in pace noialtri?)

Magari alcuni di loro sono gli stessi che hanno votato no al referendum per timore che ci togliessero la democrazia.

Addirittura qualcuno, non contento della dittatura sanitaria in atto, invoca tamponi a tutta la popolazione. Se qualcuno osa dire che “positivi” e “asintomatici” non vuol dire ammalati, che il tampone non è affidabile (l’unico test affidabile è appunto il sintomo), che le mascherine sono inutili e dannose, che quei famosi 35mila morti (che meritano giustizia e verità) erano dovuti ad altri motivi (soprattutto all’inquinamento e a errori medici), che questo virus è in realtà innocuo, che le terapie intensive erano piene perché a causa della paura le persone si recavano negli ospedali per ogni minimo sentore; allora viene bannato dai giornalisti. Poco male, se pensiamo che altrove sono state arrestate delle persone per un post su Facebook. Poco male se pensiamo alla ridicolizzazione che compiono tante altre testate utilizzando determinate, disoneste e vomitevoli etichette per screditare chi non crede al pensiero unico dominante e non si allinea.Chi invece è troppo pigro per farsi domande e informarsi per bene, se ne esce con le solite battutine “hihi tutti virologi, tutti medici”, “hihi, tutti esperti di Costituzione”: cercate invece di informarvi anche voi e non fatevi fottere dall’ignoranza anziché prendere in giro chi si informa e riflette.E intanto ciò che è sempre piaciuto ed è utile al sistema continua: la lotta di tutti contro tutti.

Divid et impera.

E mentre c’è gente che si batte per la libertà (che no, non finisce dove inizia quella dell’altro), voi ritornerete a impastare pizze, a cantare dai balconi e ad appendere striscioni palliativi, mettendo stupide reaction ridenti a chi scrive riflessioni controcorrente. Del resto, anche qualora non si trattasse di una farsa, che senso avrebbe rinunciare a vivere per paura di morire?Altrimenti compratevi una bara e trascorrete all’interno di essa tutto il resto della vostra inutile vita.

Se per caso ci fosse ancora qualche spirito vivo, mi scriva, anche solo per fare due chiacchiere in questo mondo sempre più manipolato, isolato e ancora più diviso.

P.S. a sbirri, delatori e denunciatori vari: è rimasta almeno un po’ di libertà di parola o quel bavaglio è veramente un simbolo?

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Se sei preoccupato per la salute, ribellati al sistema, non adattarti e fare ciò che ti dice.

Chi di noi non ha avuto paura del virus all’inizio? Pochi, in realtà, sospettavano che si trattasse di una messinscena. Non sarebbe stato saggio darlo per scontato, così come adesso è ancora più stupido escluderlo. C’è un virus mortale in giro, pensavamo, non è ora di scherzare, di farei ribelli proprio adesso, non è ora di fare i complottisti, ci dicevamo, solo perché lo dicono la televisione e i giornali di regime: non possono sempre mentire. Giusto. Ma anche questo, con il senno di poi, non lo si deve escludere. La paura del virus ci ha fatto perdere ancora di più la voglia di pensare con la nostra testa, di fare analisi e riflessioni, di essere critici, di avere dubbi, di farci domande: molte persone hanno preferito che fosse l’informazione di regime a pensare per loro. Chiunque osasse mettere in discussione le misure autoritarie del governo è stato aggredito, insultato, censurato, denunciato, ridicolizzato. Ma non è stato questo il peggio: quando la gente ha cominciato a farsi domande, a informarsi da varie fonte, come dovremmo fare tutti, fino ad arrivare a negare l’esistenza della pandemia, è stata trattata ancora peggio: qualcuno ha addirittura subito un trattamento sanitario obbligatorio, ricoverato in psichiatria.

“Come si può negare l’esistenza del virus? Con tutti i morti che ci sono stati? Con le terapie intensive affollate, con tutti gli ammalati”.

A queste persone sfugge qualche piccolo dettaglio importante: chi nega la pandemia non sta negando l’esistenza del virus, non sta negando i morti, non sta negando gli ammalati. Noi crediamo che il virus sia un’influenza stagionale che, come ogni anno, uccide molte persone. Quest’influenza però, a quanto pare, ha ucciso un numero di gran lunga inferiore rispetto alle influenze degli anni precedenti (scomodatevi a fare qualche ricerca). Purtroppo si è fatta una gran confusione tra morti per coronavirus e morti con coronavirus: i morti CON coronavirus stavano già morendo per altre malattie. Tutte le altre persone, infatti, sono morte per altre malattie, per altre cause, solo che sono risultate positive al virus covid19 (o SarsCov2). Ma attenzione: “positivi al virus” non vuol dire assolutamente niente. Un positivo asintomatico (tra l’altro in base a tamponi per nulla inaffidabile, come ribadito più volte) non costituisce alcun pericolo. Anche qui, stiamo attenti: non stiamo dicendo che gli asintomatici non esistono, ma che non costituiscono pericolo.

Ma come mi permetto io, che non sono un esperto, di sostenere certe cose che non sono di mia competenza? Giustissimo. Io non sono un esperto, ed è per questo che ho ascoltato e letto le tesi degli esperti (anche leggermente discordanti tra loro) come Montanari, Tarro, Zangrillo, Mastrangelo, Bacco ecc.

Non parlo, quindi “del cugino medico del mio amico”, ma di esperti veri e propri.

Che cosa è successo a questi esperti? Insultati, censurati, denunciati, denigrati, ridicolizzati.

Ma come? Non volevate ascoltare gli esperti?

“Sì, ma se sono stati denunciati e censurati, è perché probabilmente erano pericolosi!”

E chi lo stabilisce? Altri esperti? Giornalisti? Programmi televisivi? Politici? Voi?

Ma come? Prima volevate ascoltare gli esperti sostenendo che nessun altro debba parlare, e poi che fate? Insultate gli esperti, dando credito a giornalisti e Youtuber, vari sceriffi che si arrògano il diritto di definire Montanari “presunto scienziato” e “complottista”, “bufalaro”; che si arròga il diritto di ridicolizzare Tarro definendolo “un vecchio con l’aterosclerosi” (si mettono a fare anche diagnosi psichiatriche e neurologiche, questi ‘non esperti’).

Siate per lo meno coerenti: se dite che devono parlare gli esperti, lasciate parlare TUTTI gli esperti e TACETE.

O forse in questi mesi avete scoperto che ne sapete più voi?

Allora a questo punto, posso parlare anche io, che come voi, non sono un esperto.

Basterebbe riflettere sulle opinioni discordanti degli scienziati, anche riguardo le mascherine: non è uno scrittore complottista che vuol vendere libri a dirlo, ma appunto degli esperti che ritengono che le mascherine siano deleterie per la salute (tra l’altro, all’inizio si specificava anche in tv che erano necessarie soltanto a medici e ad ammalati) e altri invece le hanno consigliate. Basterebbe anche solo questo a far capire che nessuno, esperto o no, ha la verità assoluta in tasca e che perciò nessuno deve imporci le sue leggi in base alle sue idee e a ciò che ritiene verità assoluta.

Ma la mascherina non è un gran problema. Il vero problema è che siamo arrivati al punto che ormai, col pretesto del virus, controllano ogni nostro movimento e persino la nostra temperatura!.

Insomma, fino a marzo, se qualcuno aveva l’influenza ci si spostava spontaneamente dal soggetto in questione, non dovevano essere le istituzioni a imporci il distanziamento (che definiscono, senza pudore, “sociale”, neanche “fisico”). Siete sicuri che lo facciano per la nostra salute e non per isolarci e dividerci (ancora di più) gli uni dagli altri?

“Ma così ci sarebbe l’anarchia totale!” esclamano preoccupati coloro che attribuiscono questo termine a una continua lotta degli uni contro gli altri, dimenticando che ciò succede adesso proprio perché non c’è l’anarchia, proprio perché ognuno crede di dover imporre le proprie regole e le proprie idee agli altri. Siamo dunque sicuri che il problema sia chi non rispetta le leggi e non invece chi non le vuole nemmeno mettere in discussione? Nel frattempo si costituiscono movimenti e partiti alternativi che vorranno convincerci che con loro al governo le cose sarebbero andate diversamente. Ammesso e non concesso che questo possa essere vero, che cosa vogliamo? Un governo che anziché proibirci l’attività fisica, ce la imporrà? Che anziché obbligarci a indossare la mascherina, ci multi se vogliamo indossarla? No! Proibire e obbligare sono due facce della stessa medaglia. Il problema dunque, non è questo o quel sistema, ma è il sistema. Ecco perché dobbiamo smettere di delegare i politici pensando che essi sistemeranno le cose dall’interno, noi dobbiamo invece conquistare la nostra libertà assoluta. Già mettere in discussione ciò ci circonda è un gesto rivoluzionario, già scrivere e parlare, contestare le leggi può contribuire al cambiamento e alla distruzione di tutto ciò che ci distrugge. Cambiando la mentalità secondo la quale ci debba necessariamente essere chi comanda e chi obbedisce, nessuno potrà più obbligarci a fare delle cose che noi riteniamo sbagliate e nocive per la nostra persona.

Come scriveva il filosofo tedesco Max Stirner “difenditi e nessuno ti farà niente”.

Attribuire (tutte) le morti, anche quelle per cancro e per le solite malattie della civiltà che ci stanno ammazzando, al covid19 è stato utile a non mettere in discussione il sistema e il nostro stile di vita. Se si fossero detti i veri motivi per cui le persone sono morte, sarebbe potuto crollare l’intero sistema.

Ci tenete particolarmente alla vostra salute? Avete paura di ammalarvi? Temete chi mette a rischio la vostra e la propria salute?

Allora smettete di fumare (il fumo uccide voi e chi vi sta intorno), smettete di utilizzare l’automobile che, oltre a provocare quotidianamente incidenti gravi e mortali, inquina a provoca malattie a tutti e danni al pianeta; protestate contro chi costruisce per profitto opere inutili e dannose; fate più attività fisica, camminate, smettete di mangiare animali, derivati e altri schifezze che non sono adatte al nostro corpo, smettete di bere. Ma soprattutto spegnete la televisione e state lontani da tutte le fabbriche di paura, che vi abbassano le difese immunitarie. Facile, troppo facile e comodo prendersela con chi non rispetta il lockdown (anche se non costituisce pericolo per il contagio), con chi non indossa la mascherina che ci impedisce di respirare mette davvero a rischio la nostra salute (soprattutto in estate, poiché provoca ipercapnia), ma soprattutto la nostra libertà: è quella la vera emergenza. Un governo può fare ciò che vuole appellandosi allo stato di emergenza, può sospendere i diritti e la libertà, un bel pretesto per instaurare la dittatura. Perché un popolo impaurito è più facile da governare.

Siete preoccupati per la vostra salute? Allora ribellatevi al sistema e alle sue trappole, anziché adattarvi ed obbedire.

E per chi mi dice che i governi non avrebbero mai sospeso l’intera economia mettendo in scena una pandemia, voglio ricordare che l’economia è stata bloccata parzialmente: se si bloccasse l’economia intera, moriremmo tutti, tranne coloro che sono riusciti a vivere fuori dal sistema, in piena autonomia e auto-sussistenza (in anarchia, per intenderci). Si poteva, infatti, uscire per andare al lavoro, per andare a fare la spesa, per pagare le bollette e anzi, nell’era di internet, si poteva persino evitare di uscire, svolgendo tutto da casa (e con questo pretesto, se non stiamo attenti, la prossima volta potrebbero vietarci di uscire anche per queste cose, rinchiudendoci completamente).

L’economia, dunque, non è il pub, non è il ristorante, non è il negozietto, non è il piccolo imprenditore, non è l’operaio che per il lavoro; l’economia sono invece le grandi industrie, le multinazionali: nell’epoca di internet, dunque, si può ordinare tutto “comodamente” da casa e, mentre il piccolo imprenditore, l’operaio, il ristoratore, il bottegaio perdono il lavoro, le grandi industrie e le multinazionali invece continueranno ad arricchirsi anche grazie al fatto che, stressati, preoccupati, annoiati e tristi, avremo bisogno di acquistare nuovi palliativi per sopportare questa vita ancora più difficile di prima ed autodistruttiva. Siamo davvero, quindi, così ingenui da credere che bloccando “i pesci piccoli” dell’economia, possa crollare l’economia?

L’economia sta benissimo. Siamo noi che stiamo male. Siamo noi che crolliamo.

E non sarà certe chiedere più leggi e più autoritarismo a salvarci, non sarà cambiando governo, ma conquistando, da soli e insieme agli altri, la totale libertà da ogni tipo di dominio e il rispetto per la natura.

Sì, è vero. Su internet girano tante bufale, tante sciocchezze complottiste, ma ciò non vuol dire che il mainstream sia più credibile: è pur sempre informazione di regime. Perciò questo non vuol dire nemmeno che su internet girino SOLO bufale e sciocchezze complottiste, ciò non vuol dire che bisogna evitare di leggere/ascoltare voci fuori dal coro. Né la tv né il web, né io né voi abbiamo la verità assoluta in tasca ed è proprio per questo che nessuno dovrebbe imporre la sua visione agli altri.

Del resto chi e come stabilisce e in base a che cosa, se una notizia è vera o una notizia è falsa? Con questo pretesto si giustifica la censura e si distrugge la libertà di espressione (e di pensiero).

Finché il sistema tratterà il popolo come dei bambini incapaci di intendere e di volere, questi si sentiranno come tali e tratteranno i ribelli come tali. Siamo in un’epoca strana, dove persino i militanti anti-sistema, persino sedicenti antifascisti e anarchici, per dimostrare la propria “responsabilità” obbediscono e giustificano queste imposizioni senza porre domande, utilizzando anche loro sciocche etichette per screditare chi si fa domande; un’epoca in cui se ti fai domande, vieni insultato addirittura con l’aggettivo “terrapiattista”, senza chiedersi se invece siano gli altri a credere ancora che la Terra sia piatta. Del resto, un tempo, chi osava asserire che la Terra non fosse piatta, che non fosse il sole a girare intorno alla Terra, veniva trattato allo stesso modo in cui oggi viene trattato chi osa avere ed esprimere qualche dubbio. Purtroppo, ci sono state alcune persone come noi che, anziché impastare pizze e cantare dai balconi, anziché appendere striscioni, hanno commesso l’errore di pensare, di farsi domande, di informarsi.

O addirittura “negazionista”, che è un termine che in realtà indica chi nega l’olocausto. Il linguaggio gioca un ruolo importante.

Non omologatevi al pensiero unico.

Perciò, chiederei anche ai giornalisti di smetterla con questo continuo paternalismo, soprattutto nei confronti dei giovani, dal momento che queste imposizioni non hanno alcuna base scientifica e, anche se l’avessero, sarebbero sbagliate proprio perché imposte: l’imposizione scatena sempre la voglia di ribellione, anche quando lo Stato impone il bene, trasformandolo appunto in male.  

Nessuna assistenza dovrà essere imposta a un individuo contro la sua volontà: nessuna persona, senza il suo consenso, potrà essere presa, rinchiusa, ricoverata o comunque molestata in nome della salute

(Ivan Illich)

Domenico J. Esposito

foto dal web

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Articolo e intervista a cura degli studenti dell’Istituto Superiore Einaudi dopo la presentazione de IL ROMANZIERE

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Il nuovo video della canzone “Lock N Key” di Sean Paul realizzato da un cervinarese, in collaborazione con Francesco Dibenedetto

Ieri sera è uscita la nuova canzone di Sean Paul  sulla pagina ufficiale di Major Lazer. Il video ufficiale è stato realizzato da un cervinarese, Carlo Esposito (alias Dowggy) in collaborazione con Francesco Dibenedetto (Dj Moiz) per i noti artisti americani. Carlo Esposito è un illustratore italiano, graphic designer e dj. Ha lavorato in diversi settori dell’intrattenimento, dal design di giocattoli (Giochi Preziosi) alla produzione di videogame per smartphone. Attualmente lavora come illustratore per diversi produttori musicali come Kayzo, Major Lazer, Fight Clvb, Perfect Giddimani, Kalibandulu e tanti altri. Dal 2016 è entrato a far parte della Flex Up Crew valorizzando la loro produzione di tracce musicali con le sue copertine, manifesti di eventi che girano in tutto il mondo. Originario di Cervinara vive da qualche anno a Urbino.

(Ah, dimenticavo: è mio fratello e ha realizzato anche le copertine dei mie primi tre libri!)

Ecco il link al video

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Cervinara, Maggio dei libri. Letture in villa comunale

Ecco il video di Usertv sull’iniziativa di ieri.  Alla fine, c’è anche una mia brevissima intervista

Cervinara | Maggio dei Libri: letture in Villa Comunale.

foto domenco USERTV MAGGIO DEI LIBRI

Domenico J. Esposito, scrittore

 

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Di nuovo ospite all’istituto Einaudi di Cervinara

Oggi ho partecipato a un progetto Lettura con l’istituto scolastico Einaudi di Cervinara.
Clicca qui per continuare a leggere.

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Presentazione “Mad World – Il Mondo Malato” a Roma, alla gelateria Splash (29 aprile 2017)

Ed ecco la quarta presentazione del mio terzo romanzo “Mad World – Il Mondo Malato”, questa volta nella Capitale, alla particolare e bellissima gelateria Splash. L’evento è stato organizzato dagli scrittori Agnese Monaco e Alessio Masciulli. Vari autori hanno presentato le loro opere, oltre a me.

Ho parlato brevemente del mio romanzo e ho fatto ascoltare la canzone “Il Mondo Malato”, brano tratto dal libro, che è piaciuta molto al pubblico. Qui il video.
Ecco tutte le foto dell’evento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Quarta presentazione del romanzo “Mad World – Il Mondo Malato” (Roma).

Il 29 aprile presenterò il mio romanzo “Mad World – Il Mondo Malato” a Roma, alla gelateria Splash, in occasione  dell’evento “Fuori regione con i libri”, organizzato dallo scrittore Alessio Masciulli, in collaborazione con la scrittrice Agnese Monaco. Saremo ben quindici autori a parlare in breve tempo dei nostri libri. Ovviamente, porterò con me un cd con la canzone tratta dal romanzo “Il Mondo Malato” per farla ascoltare ai presenti.

presentazione a roma voltantino

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